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J.

 

Con J. Entriamo nel vivo del discorso. Si tratta di una canzone dal ritmo allegro e orecchiabile, che nasconde tuttavia un importante significato morale. Jenny, la protagonista della canzone, è una ragazza che vive un’esistenza spensierata, libera. Non si sa bene dove viva, non si sa bene chi sia. Ogni azione che Jenny compie è fine a se stessa, agisce per il semplice gusto di agire, spinta con vigore del desiderio di essere unica e felice. Così, con una buona dose di fortuna, possiamo incontrarla in campagna mentre suona la lira, oppure sdraiata nuda in spiaggia mentre fuma la pipa, o ancora mentre tiene banco raccontando le sue avventure a un simpatico e rumoroso uditorio formato da rane e grilli.

 

Tuttavia il suo modo di vivere, votato all’amore e alla libertà, non va a genio a tutti, soprattutto per le vie bigotte dei paesi che incontra sul suo cammino. Ecco riapparire, mezzo secolo dopo, le ‘comari di paese’ di DeAndreiana memoria, che per invidia, per noia o per stupidità vedono Jenny come una sorta di strega moderna. Per loro Jenny è pazza, sola, triste e stanca. Per loro Jenny vive in un mondo irreale, malato e pericoloso, un mondo con troppi colori data la loro esistenza tinto solo di bianco e di nero. Jenny per fortuna è forte, non si lascia persuadere e continua a camminare fiera per la sua strada, alla ricerca di nuove esperienze, nuovi luoghi da esplorare, nuovi mondi da scoprire.

 

Jenny è anche il nome della mia attuale compagna nonché futura sposa. Ogni riferimento nel testo è puramente casuale? Chissà, lascio libera la vostra immaginazione. Posso solo dirvi che questa canzone è dedicata a lei…

 

 

Soffia il vento tra le foglie d’ulivo

Occhi umidi di sale e di addii

La pioggia e i suoi capelli dorati

Il viso acceso di nostalgia.

 

Jenny cammina per la campagna

Spalle ampie come l’orizzonte

Sussurra storie ai grilli di passaggio

Che ogni notte stanno ad ascoltare.

 

Jenny siede sotto la grande vite

Accorda la lira con fare sognante

Poi prende gli occhi e li getta in cielo

Per guardare da vicino le stelle.

 

Vivere a colori mentre il mondo piange in bianco e nero

Domare fuochi e fiamme accese dalle invidie di paese

Ho sentito dire ch’eri pazza, sola, triste e stanca

Non ti curar di loro ma guarda e passa e non voltarti indietro mai.

 

Jenny corre lungo la ferrovia

Col vestito a fiori, che dolce poesia

Inciampa e cade e poi ride forte

Vedendo il sole basso all’orizzonte.

 

Jenny è stanca, sbadiglia e si ferma

La sua casa è in spiaggia, tutta legna e paglia

Si mette nuda e s’accende la pipa

Leggera come il vento che le bacia il viso.

 

Jenny riposa aspettando la sera

Capelli dorati stesi sulla sabbia

In una mano stringe forte la lira       

Nell’altra i suoi sogni e la sua libertà.

 

Vivere a colori mentre il mondo piange in bianco e nero

Domare fuochi e fiamme accese dalle invidie di paese

Ho sentito dire ch’eri pazza, sola, triste e stanca

Non ti curar di loro ma guarda e passa e non voltarti indietro mai.

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