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Milano unplugged

 

Milano, odio e amore, passato e futuro, tutto e niente. Attorno a Milano ruotano un numero impressionante di luoghi comuni e di stereotipi, alcuni più che meritati, altri frutto dell'invidia o più semplicemente dell'ignoranza. Credo di conoscere abbastanza bene Milano, essondoci nato oltre trent'anni fa ed avendoci trascorso i momenti più significativi della mia vita, per poterne parlare in una canzone.

 

L'idea mi è venuta ad inizio 2010, vale a dire un paio d'anni dopo l'assegnazione da parte del BIE (Bureau International des Expositions) di Parigi dell'Expo 2015; un evento che da solo, se sfruttato a dovere, avrebbe potuto rilanciare e riabilitare l'immagine di Milano e forse dell'Italia intera. Purtroppo, terminata l'euforia iniziale, i progetti e le ambizioni si sono via via ridimensionate, impantanate in una burocrazia dai tempi biblici e nell'assordante coro di voci discordi che si sono levate da subito in seno all'organizzazione. Ad un anno esatto dall'inizio della manifestazione è tornato un po' di ottimismo...anche questa volta potremmo farcela. Se così fosse, Milano non potrà far altro che guardare al futuro con sguardo fiero e fiducioso. Al contrario ci troveremmo di fronte ad un'altra figuraccia in mondovisione...difficile da digerire.

 

Nel brano in realtà accenno solo brevemente all'Expo 2015, tema di cui si parla e straparla sin troppo un po' dappertutto, preferendo dare spazio ad altri aspetti della città. Osservo Milano dal finestrino di un tram. E' una mattina di fine inverno e una sottile coltre di nebbia si alza come un sipario sulla metropoli ancora sonnecchiante. Continuo a girare fino a notte fonda fotografando luoghi, oggetti, comportamenti e commentando talvolta con sarcasmo talvolta con profonda ammirazione. Nel mio girovagare senza meta attraverso varie zone (Navigli, Brera, Corso Como, il centro storico) e mi imbatto in modelle, suv, locali vip, impiegati rampanti, artisti di strada, commercianti che si arrangiano con un marketing fai-da-te e tanti, tantissimi santi (San Siro, Sant'Ambrogio, San Vittore solo per citarne alcuni).

 

Milano è una città che amo profondamente, e come tutti i più grandi amori capita che dopo tanti anni di convivenza si facciamo delle litigate per motivi talvolta futili e banali...oltre i fulmini non ci sono altro che le stelle, oltre le tenebre non c'è altro che la luce, oltre una lacrima non c'è altro che un sorriso.

 

 

Luci soffuse nella nebbia che domani passerà

Postata via da un tram che sferragliando saluta e se ne va

Lungo binari scambi svincoli pedoni suv e smart

Caffè che sfornano migliaia di cappucci e di croissant

 

Modelle isteriche che sfilano nel caos delle boutique

Alla ricerca di un vestito d’avanguardia un po’ retrò

Scatti e ricatti corse in macchina verso il locale vip

Notti anoressiche rovina della tanto amata modernità

 

Milano schiava dei santi e dei cliché

Fascino ambiguo da venere in deshabillé

Tramonti sul duomo serate alla scala

Banchetti affrescati navigli olio su tela

 

Esposizione universale per le vie della città

Occasione di rivalsa per guardare un po’ più in là

Al di là di conti in banca di mazzette e pagherò

Anime in pena che confessa a rate il prete sul metrò

 

Amanti e amori persi in luoghi di bellezze e rarità

Artisti e suonatori per virtù per vizio o per pietà

Fiorai filosofi che affogano la crisi in un bouquet

Il sottoscritto invece canta e spera che qualcuno lo ascolterà

 

Milano schiava dei santi e dei cliché

Fascino ambiguo da venere in deshabillé

Tramonti sul duomo serate alla scala

Banchetti affrescati navigli olio su tela

 

Milano schiava dei santi e dei cliché

Fascino ambiguo da venere in deshabillé

Serate alla scala tramonti sopra il duomo

Due passi a Brera che noia corso Como

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