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V. (preludio)

 

 

V. (preludio) è il brano con cui ho deciso di iniziare l’album; si tratta di una breve introduzione strumentale volta a creare nell’ascoltatore il giusto pathos e la giusta attenzione. Nel giro di pochi secondi ci troviamo ad affrontare un crescendo di emozioni, le stesse emozioni che io e V. abbiamo vissuto durante la nostra relazione durata alcuni anni. All’inizio abbiamo la timidezza dei primi approcci, la leggerezza ingenua che fa arrossire le guance ogni volta che gli sguardi si incrociano e le mani si sfiorano.

 

Poi il ritmo inizia ad aumentare, il cuore degli innamorati batte all’unisono, la passione tocca il suo apogeo; il rapporto si fa stabile e le emozioni vissute fanno credere ai due innamorati di essere un’unica entità indissolubile, eterna. D’un tratto ecco apparire i primi attriti, il giocattolo inizia a rompersi, le crepe iniziali diventano voragini e ingoiano avidamente speranze e illusioni.

 

L’esplosione finale è una sorta di Big Bang che riporta ordine al caos. Le strade si separano, l’odio diviene rimpianto, la rabbia malinconica rassegnazione. Non ci restano che i ricordi, e la consapevolezza che le lacrime in qualche modo ci abbiano fatto crescere, aiutandoci a diventare ciò che siamo.

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